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Le donne nella storia di ATM 

Non è un lavoro per donne? Nulla di più lontano dalla realtà

Forse non tutti sanno che dal 1916 le donne fanno parte del trasporto pubblico cittadino: l’allora società Edison, che gestiva l’Azienda delle Tramvie urbane milanesi, le aveva assunte, per necessità, in sostituzione del personale viaggiante richiamato alle armi, con la mansione di bigliettaie.

Da quella situazione emergenziale, le donne hanno saputo farsi largo in Azienda: nel giro di un paio di anni avevano già raddoppiato la propria presenza passando da circa 550 a 950.

Nel dopoguerra l’orizzonte delle donne nel trasporto pubblico a Milano si amplia: le assunzioni femminili vanno a coprire ruoli come quelli di tranviere, operaie nelle officine e nei depositi, addette alle pulizie sulle vetture. Nel 1918 le donne nell’Azienda tranviaria diventano 1.276.

Negli anni successivi, in un clima politico che non aiuta l’emancipazione femminile, 29 donne scelgono di lavorare come impiegate nell’Azienda municipale.

Nel 1931 il Contratto Collettivo di Lavoro per gli autoferrotranvieri introduce la figura della dattilografa. Anche il Dopolavoro della neonata ATM punta sulle donne organizzando corsi in lingua francese e inglese.

Arrivano anni difficili per l’Italia e per il mondo. Nel 1940, data la situazione di emergenza della Seconda Guerra Mondiale, gli uomini tornano al fronte e le donne, ormai entrate a far parte stabilmente dell’Azienda, si trovano a dover sostituire anche i soldati.

Alla fine del conflitto, il clima politico e le disposizioni ministeriali rischiano di ricondurre la donna a un ruolo subordinato rispetto ai colleghi uomini: tutte le donne assunte per sostituire il personale al fronte terminano il loro servizio al termine della guerra, al ritorno dei reduci. In poche rimangono in Azienda lavorando nelle mense Aziendali.

Ma la fine della Seconda Guerra Mondiale cambia profondamente anche gli equilibri geopolitici e la società. Sono gli anni del boom economico e della ripresa. Ma è soltanto nel 1977 che si ha un riconoscimento ufficiale del ruolo della donna nel mondo del lavoro con l’inserimento nella Costituzione Italiana della legge sulla Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.
Un cambio di paradigma epocale che consente anche ad ATM di aprire le porte ad ogni tipo di specializzazione e qualifica indistintamente a uomini e donne.

Gli anni successivi vedono tanti ingressi di donne in Azienda, anche in mansioni che prima erano prettamente maschili. Ci piace ricordare una tappa storica e simbolica: nel 1991 entra a far parte della squadra ATM la prima donna macchinista. Qui potete leggere la sua intervista e ritrovare la sua storia nella sezione Le donne dell’Azienda si raccontano.

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